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Lo fanno in tutti gli hotel e i pavimenti splendono più che mai: io non ci credevo e invece…

PulizieLo fanno in tutti gli hotel e i pavimenti splendono più che mai: io non ci credevo e invece... - spazioeco.it

Le superfici moderne sono sempre più delicate, ma la maggior parte delle persone usa ancora detergenti troppo forti o non adatti: ecco cosa dicono studi, dati e test scientifici.

I pavimenti sono spesso lo specchio della cura con cui viene gestita una casa, ma mantenerli puliti e lucidi è molto meno semplice di quanto si pensi. L’evoluzione dei materiali, la crescita dei rimedi naturali fai-da-te e l’arrivo di superfici sintetiche più delicate rendono difficile scegliere il prodotto giusto per ogni esigenza. E gli errori, anche banali, possono avere conseguenze permanenti: aloni, rigonfiamenti, superfici opache. Secondo dati diffusi da Federchimica, il 62% degli italiani continua a usare lo stesso detergente su materiali diversi, senza sapere che questa pratica compromette la durata e la resa estetica del pavimento. E non sempre le soluzioni ecologiche sono davvero efficaci: da Bologna a Roma, gli studi mostrano un quadro molto più complesso.

Ogni materiale ha il suo rischio nascosto: i danni più comuni (e sottovalutati)

Parquet, resina, piastrelle, marmo: dietro queste categorie si nascondono esigenze molto diverse. Eppure, nella quotidianità, la scelta del detergente viene spesso fatta per abitudine o per profumo, non per compatibilità. Il parquet, ad esempio, è tra i più colpiti da usi impropri. L’acqua in eccesso è la causa del 25% dei rigonfiamenti segnalati nel Nord Italia tra 2021 e 2023, secondo i dati assicurativi. Ma anche i vaporizzatori, usati sempre più spesso per evitare detersivi chimici, rischiano di sollevare le doghe se la temperatura supera i 60 °C.

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Ogni materiale ha il suo rischio nascosto: i danni più comuni (e sottovalutati) – spazioeco.it

I pavimenti in resina, diventati comuni nelle nuove abitazioni, reagiscono male ai tensioattivi grassi: meglio l’alcol isopropilico tre volte a settimana, purché ben diluito. Il marmo lucido, invece, soffre l’aceto e ogni traccia di ammoniaca: prodotti neutri, privi di acidi, sono l’unica scelta sicura.

Un’indagine di Altroconsumo segnala che solo 4 robot lavapavimenti su 10 riescono davvero a eliminare lo sporco negli angoli, mentre cresce la diffusione di modelli domestici nelle famiglie con bambini sotto i 10 anni. Milano e Roma, esposte a smog e polveri sottili, vedono una media di tre lavaggi settimanali, mentre nelle aree rurali si scende a uno o due.

Secondo Mapei e Fila Solutions, usare il detergente corretto può prolungare la vita del materiale fino al 30%. Eppure resta diffusa l’idea che basti “lavare spesso” per mantenere tutto in ordine, ignorando che la frequenza sbagliata con prodotti aggressivi danneggia più della polvere.

Rimedi naturali e nuove abitudini: tra ecologia, costi e (molti) equivoci

L’aceto bianco è l’ingrediente feticcio della pulizia green. Riconosciuto per il suo potere anticalcare, è in realtà un nemico silenzioso per superfici come marmo e granito, che può rendere opache in poche settimane. Il bicarbonato, usato spesso su piastrelle, è invece troppo abrasivo per il parquet e tende a lasciare residui nelle fughe.

Eppure questi metodi continuano a diffondersi, anche perché il mercato dei prodotti ecologici cresce del 18% l’anno, secondo NielsenIQ. Un aumento motivato più da un desiderio di ridurre l’impatto ambientale che da reali prestazioni. A livello scientifico, solo un terzo dei rimedi naturali testati all’Università di Bologna si è dimostrato paragonabile a un detergente certificato Ecolabel.

Il costo medio per la pulizia domestica, secondo Istat 2024, è di 480 euro all’anno solo in prodotti e accessori. Una spesa che pesa soprattutto sulle famiglie numerose e su chi vive con animali domestici. Eppure, piccole accortezze possono ridurre costi e rischi: evitare di mescolare prodotti, cambiare spesso i panni in microfibra, non dimenticare il risciacquo. L’Istituto Superiore di Sanità ha calcolato che una corretta igiene degli strumenti riduce del 40% la presenza di microbi in casa.

E se il pavimento appare pulito ma perde brillantezza nel tempo, il colpevole è spesso invisibile: pellicole lasciate dai detersivi non risciacquati, residui di grassi essenziali o accumuli calcarei. La pulizia, oggi, non è più solo questione estetica: è diventata un indicatore oggettivo dell’ambiente domestico e, con la diffusione dei materiali sintetici, anche un terreno di sperimentazione quotidiana dove sbagliare è molto facile.

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