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Lavaggio a 90°C in lavatrice: quando è davvero necessario? La checklist dei capi che amano l’acqua bollente

LavatriceQuanto consuma davvero un lavaggio a 90 gradi? Ecco cosa sapere prima di farlo spazioeco.it

Il lavaggio a 90 gradi igienizza ma consuma molto: ecco quando è davvero utile e come evitare danni ai tessuti.

Per molti anni il lavaggio a 90 gradi era la norma, soprattutto quando le lavatrici non avevano programmi evoluti e i detersivi erano meno efficaci. Oggi, invece, la maggior parte dei cicli domestici si svolge a 40 o 60 gradi. Eppure, questa temperatura elevata ha ancora un ruolo preciso: igienizzare in profondità e rimuovere sporco ostinato. Usarla correttamente, però, richiede attenzione. Non tutti i tessuti la tollerano e, se impiegata con leggerezza, può danneggiare capi e macchina. In certi casi, però, resta l’unica scelta sensata, soprattutto in presenza di infezioni, malattie contagiose o esigenze sanitarie.

Quando serve lavare a 90 gradi e quali tessuti lo sopportano davvero

Un lavaggio a temperature elevate ha due funzioni principali: eliminare batteri, muffe e germi e sciogliere macchie difficili. Secondo l’Istituto Superiore di Sanità, già i 60 gradi sono sufficienti per ridurre la carica microbica, ma portare l’acqua a 90 offre un margine di sicurezza in più, utile in caso di contaminazione da fluidi biologici o per tessuti usati in ambienti delicati. Anche lavare a vuoto con acqua molto calda e un po’ di aceto o bicarbonato aiuta a igienizzare la lavatrice stessa, mantenendola fresca ed efficiente.

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Quanto consuma davvero un lavaggio a 90 gradi? Ecco cosa sapere prima di farlo spazioeco.it

I tessuti che sopportano senza problemi questa temperatura sono pochi ma ben identificabili. Asciugamani bianchi in cotone, lenzuola, federe, mutande e magliette intime in tessuto naturale possono essere lavati a 90 gradi, soprattutto se usati in contesti dove è necessario un alto livello di igiene. Anche tovaglie e strofinacci che entrano a contatto con carne, pesce o uova crudi possono trarre vantaggio da un lavaggio così profondo. In ambito sanitario o domestico, per chi assiste persone malate, il ciclo a 90 diventa addirittura indispensabile: lenzuola, camici, biancheria contaminata richiedono sterilizzazione più che pulizia.

Ma non tutto può sopportare il calore. Vanno assolutamente evitati i capi in poliestere, acrilico, nylon, lana e seta, così come i colori accesi che potrebbero scolorire o stingere. I jeans elasticizzati e i tessuti moderni con inserti in elastan rischiano di perdere la loro forma e diventare inutilizzabili. Il calore, in questi casi, rovina le fibre e riduce drasticamente la durata del capo.

Costi, rischi e alternative sostenibili al lavaggio ad alta temperatura

Il lavaggio a 90 gradi consuma molta più energia rispetto ai programmi standard. L’Agenzia Europea per l’Ambiente ha calcolato che un ciclo a questa temperatura può usare fino al doppio dell’energia necessaria per un lavaggio a 40 gradi. E non solo: temperature elevate stressano la lavatrice, aumentano l’usura dei componenti interni e accelerano il deterioramento dei tessuti. Per questo, oggi si tende a riservare questi lavaggi solo a situazioni particolari, usando prodotti igienizzanti o programmi a vapore quando si vuole una sanificazione più leggera ma comunque efficace.

Per chi decide di procedere con un lavaggio a 90°, ci sono alcune accortezze fondamentali: leggere sempre l’etichetta, pretrattare le macchie con uno smacchiatore (il calore le fissa), usare solo capi bianchi e non caricare eccessivamente la lavatrice. Il detersivo ideale è in polvere, più adatto ai cicli lunghi e alle alte temperature. Questo evita anche la formazione di schiuma eccessiva che può compromettere la qualità del lavaggio.

Chi non vuole spingersi così in alto con la temperatura può optare per alternative moderne: molti detersivi oggi contengono agenti antibatterici che agiscono anche a 40 gradi. Esistono poi additivi igienizzanti da aggiungere al bucato, così come programmi a vapore integrati in molte lavatrici di nuova generazione. Soluzioni che rispettano di più i tessuti, consumano meno energia e hanno comunque un’efficacia elevata.

In definitiva, lavare a 90 gradi può essere ancora utile, ma va fatto con giudizio. Non è la risposta automatica a ogni macchia, né un’abitudine da conservare per tradizione. È uno strumento da usare con criterio, in contesti precisi e con una buona dose di attenzione. In questo modo, si protegge la salute, ma anche l’ambiente e i propri capi.

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