Formazioni alte fino a 30 metri, nate da fango e pietra, modellate dal tempo e visibili in ogni stagione
Sull’altopiano soleggiato che domina Bolzano, si nasconde uno degli spettacoli geologici più affascinanti d’Europa: le piramidi di terra del Renon, colonne d’argilla che emergono dal terreno con equilibrio sorprendente. Alte fino a trenta metri, custodiscono al vertice un masso di pietra che le protegge, quasi fossero sculture naturali. Chi le visita per la prima volta resta colpito dal silenzio che le circonda, dal colore mutevole della terra e dalla sensazione che tutto sia fermo ma in continua trasformazione. Queste strutture nascono da un equilibrio precario: senza il “cappello” di roccia, la colonna si erode e scompare, mentre nuove piramidi prendono forma poco lontano. Il fenomeno, raro in Italia, ha reso celebre l’altopiano del Renon anche fuori dai confini regionali.
L’origine glaciale delle piramidi e dove ammirarle da vicino
La loro formazione è il risultato di un processo geologico che risale a oltre 25.000 anni fa, quando il ritiro dei ghiacciai lasciò depositi di argilla morenica lungo i fianchi della valle. Quando la pioggia o lo scioglimento delle nevi cominciarono a modellare il terreno, la presenza casuale di grossi massi sulla superficie ha creato quelle che oggi chiamiamo piramidi: la pietra protegge l’argilla sottostante, che resta compatta, mentre il terreno attorno si dissolve lentamente. Con il tempo, quella colonna cresce, fino a diventare una vera e propria guglia naturale, fragile ma spettacolare. E appena il masso precipita, l’intera struttura si sgretola in pochi mesi.

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Il Renon ospita tre gruppi distinti di piramidi: il più famoso si trova nella valle del Rio Fosco, presso Monte di Mezzo, frazione di Collalbo. Qui le guglie assumono un colore rossastro e sono visibili già dal sentiero n. 24, accessibile a tutti. Più nascosto ma ben segnalato è il gruppo di Soprabolzano, raggiungibile anche in funivia da Bolzano. La particolarità in questo caso è il sentiero tematico che parte nei pressi della stazione a monte e racconta, tappa dopo tappa, la storia delle piramidi e del turismo di villeggiatura. Infine, il gruppo meno noto, ma forse il più intimo, è quello di Auna di Sotto, incastonato tra meleti e boschi. Qui le piramidi sono più chiare, quasi biancastre, e creano un contrasto visivo fortissimo con il verde che le circonda. L’escursione parte dalla chiesetta del paese e segue il Sentiero del Castagno, meno affollato, ma con tratti in salita più impegnativi. Tutti i percorsi sono gratuiti e ben mantenuti, con pannelli informativi e piattaforme panoramiche per osservare le formazioni da vicino.
Escursioni, stagioni e consigli pratici per vivere il Renon
Chi desidera visitare le piramidi ha a disposizione un sistema di trasporti pubblico efficiente e suggestivo. La funivia del Renon, moderna e panoramica, parte dal centro di Bolzano e sale in 12 minuti fino a Soprabolzano. Da qui parte lo storico trenino a scartamento ridotto, in funzione dal 1907, che attraversa boschi e pascoli fino a Collalbo. L’intero viaggio è parte dell’esperienza: non solo un mezzo per arrivare, ma un’immersione nella quiete dell’altopiano. In alternativa, si può arrivare in auto, ma l’opzione pubblica resta la più consigliata per godere del panorama senza pensieri.
Ogni stagione regala un volto diverso al paesaggio. In primavera, i fiori colorano i sentieri e le piramidi emergono tra prati in fiore. In estate, il clima fresco del Renon è una fuga perfetta dal caldo delle città. L’autunno, con i larici dorati e i castagni carichi, regala contrasti intensi, mentre l’inverno, con la neve posata sui massi, trasforma le piramidi in sculture bianche, quasi sospese nel silenzio. Qualunque sia la stagione, è importante vestirsi a strati, portare scarpe comode, acqua e una fotocamera, perché il panorama merita di essere conservato.
Per le famiglie con bambini o per chi cerca una gita senza difficoltà, l’escursione a Monte di Mezzo è l’ideale. Chi preferisce un’esperienza più completa può seguire la Passeggiata Freud, che collega Soprabolzano a Collalbo in circa un’ora e mezza, attraversando paesaggi che hanno ispirato anche il celebre psicoanalista. E chi ama i luoghi poco battuti troverà ad Auna di Sotto una pace difficile da dimenticare. La visita è gratuita, ma i biglietti di funivia e trenino si pagano. Sono disponibili card turistiche, come la RittenCard, che permettono di viaggiare senza limiti e offrono sconti su musei e attrazioni locali.
Infine, vale la pena esplorare anche il resto dell’altopiano. Il Corno del Renon, raggiungibile in cabinovia, offre una vista a 360° sulle Dolomiti. Il lago di Costalovara, balneabile in estate e ghiacciato in inverno, regala momenti di relax. E il museo dell’apicoltura racconta la vita delle api e la cultura contadina locale. Il Renon è più di una gita: è un paesaggio che cambia sotto i tuoi occhi, ogni volta che torni.
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