Dal legno all’acciaio, ecco come rimuovere macchie, odori e batteri dai taglieri da cucina in modo corretto.
I taglieri da cucina sono tra gli strumenti più usati durante la preparazione dei pasti. Servono per tagliare pane, verdure, carne, pesce o frutta, proteggendo il piano di lavoro da graffi e residui. Proprio per questo motivo, si sporcano spesso e possono diventare ricettacoli di batteri, odori o macchie persistenti, se non vengono puliti nel modo corretto. Ogni materiale richiede una manutenzione specifica, e ci sono differenze importanti tra il trattamento di un tagliere in legno e uno in acciaio. In questa guida, vediamo come igienizzarli correttamente, utilizzando anche metodi naturali e rimedi semplici.
I materiali più comuni e i rischi associati a ogni tipologia di tagliere
Non tutti i taglieri sono uguali, e i metodi di pulizia cambiano in base al materiale. I più diffusi in casa restano quelli in legno, utilizzati per la loro robustezza e la capacità di assorbire meno il colpo del coltello. Tuttavia, il legno tende ad assorbire liquidi e odori, ed è soggetto alla formazione di solchi in cui si annidano batteri. I modelli migliori, come quelli in faggio multistrato, vanno trattati con cura e mai immersi in acqua, né tantomeno lavati in lavastoviglie.

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I taglieri in plastica, spesso in polietilene, sono più leggeri e versatili, ma si danneggiano facilmente con i coltelli. Anche se si possono lavare comodamente, devono essere sostituiti spesso, soprattutto se appaiono graffi profondi. In compenso, sono ideali per tagliare alimenti molto colorati o che lasciano odori intensi.
Meno frequenti ma molto resistenti, i taglieri in acciaio e titanio hanno una superficie liscia e facilmente sanificabile. Non trattengono odori e non si macchiano, ma non offrono lo stesso comfort durante il taglio. I modelli in marmo sono esteticamente gradevoli, ma più delicati: aceto e limone possono corroderne la superficie, rendendoli inadatti a certi usi.
In base al tipo di alimento, anche il tipo di sporco cambia. I residui del pane sono facili da rimuovere, mentre ortaggi come carote, fragole o peperoni lasciano coloranti naturali sulla superficie. Il pesce, invece, può impregnare il materiale di odori persistenti, soprattutto se il tagliere è poroso. Ecco perché dividere i taglieri per utilizzo è sempre una scelta prudente: uno per la carne cruda, uno per il pesce, uno per verdure e uno per il pane.
Rimedi naturali e accorgimenti pratici per la pulizia e la manutenzione quotidiana
Il modo migliore per mantenere puliti i taglieri è intervenire subito dopo l’uso. Il legno richiede una spugna morbida e pochissima acqua tiepida, giusto il necessario per rimuovere i residui. Poi va asciugato bene, lasciandolo all’aria, senza mai chiuderlo in spazi umidi. Per un’igienizzazione più profonda, si può usare bicarbonato di sodio: basta cospargere la superficie e strofinare con mezza fetta di limone fresco, lasciando agire qualche minuto. Il risultato è una superficie pulita, deodorata e visibilmente più chiara.
Un altro alleato del legno è l’olio di semi: applicato a intervalli regolari, mantiene il materiale elastico, impedendo che si secchi o si crepi. Anche l’aceto bianco è utile: disinfetta e neutralizza i cattivi odori. Poche gocce su un panno da cucina sono sufficienti per una pulizia veloce ma efficace. Per le macchie più ostinate, un passaggio con sale grosso, strofinato con decisione, può riportare il legno al suo aspetto originario.
I taglieri in plastica e acciaio si lavano invece con normale detersivo per piatti, spugna e abbondante acqua. L’asciugatura è importante per evitare che gli odori si fissino, specialmente nel caso dei materiali più economici. Anche qui il limone aiuta a eliminare gli aloni, mentre l’aceto può essere usato ogni settimana per una sanificazione più completa.
Un accorgimento utile per chi lavora con pesce o carne cruda è posizionare un foglio di carta assorbente tra l’alimento e il tagliere. Questo riduce il contatto diretto e aiuta nel lavaggio successivo, evitando che liquidi o sangue penetrino nel materiale. È una precauzione semplice, ma efficace, soprattutto quando si usano superfici lisce e poco porose che rischiano di diventare scivolose.
Evitare contaminazioni è fondamentale: mai usare lo stesso tagliere per crudo e cotto, nemmeno se si lava tra un passaggio e l’altro. L’ideale è mantenere taglieri separati, riconoscibili anche per colore o forma. In questo modo, si preservano igiene, sicurezza e durata del materiale, evitando usura e proliferazione batterica.
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