Dalle tecnologie nordiche arriva un sistema costruttivo che unisce isolamento, struttura e finitura in un unico blocco
Negli ultimi anni il settore dell’edilizia ha iniziato a rivedere molte delle sue certezze, soprattutto in tema di isolamento termico. Se in passato il cappotto esterno era considerato l’intervento standard per migliorare l’efficienza energetica, oggi il panorama si sta ampliando con soluzioni più flessibili, spesso ispirate a modelli provenienti dal Nord Europa. Una di queste è il cosiddetto mattone legno-cemento, conosciuto anche come Isobloc: un sistema modulare che promette di semplificare la costruzione, riducendo i tempi e migliorando l’isolamento senza dover ricorrere a strati successivi di finiture.
Questo blocco composito è formato da una parte esterna in cemento per la stabilità e da una parte interna in truciolato di legno mineralizzato, che agisce come isolante naturale. L’idea è creare un elemento che funzioni allo stesso tempo da struttura portante, barriera termica e finitura esterna, riducendo la necessità di applicare ulteriori materiali. Il risultato è un blocco leggero, adatto anche a cantieri con logistica complessa, e più veloce da montare rispetto ai sistemi tradizionali.
Il mattone legno-cemento: caratteristiche, vantaggi e interrogativi aperti
Il sistema Isobloc si presenta come una delle innovazioni più curiose e discusse del settore. Utilizza materiali parzialmente naturali e nasce per rispondere a tre esigenze: efficienza energetica, facilità di posa e sostenibilità ambientale. In pratica, l’edificio viene costruito “a secco” con questi blocchi modulari, che una volta montati non richiedono l’aggiunta del cappotto termico.

Il mattone legno-cemento: caratteristiche, vantaggi e interrogativi aperti – spazioeco.it
Dal punto di vista della lavorazione, la posa risulta rapida e poco invasiva, ideale anche per chi vuole ridurre i tempi di cantiere. I blocchi hanno un’elevata capacità di isolamento termico e acustico, e grazie alla presenza del legno mineralizzato garantiscono anche una discreta traspirabilità. L’assenza di strati aggiuntivi semplifica i calcoli strutturali e la manutenzione futura.
Tuttavia, il sistema presenta ancora alcune incognite. Prima di tutto, la compatibilità con le strutture esistenti: non sempre è possibile integrare questi blocchi in ristrutturazioni o in edifici con vincoli architettonici. Anche la resistenza all’umidità è un punto da approfondire, soprattutto in aree con clima umido o forti sbalzi termici. In questi casi, l’uso di un materiale composito va studiato con attenzione per evitare problemi nel tempo.
Infine, l’aspetto economico: sebbene venga pubblicizzato come soluzione più economica (“costa la metà della metà”), è necessario valutare caso per caso. Il risparmio è reale solo se si considerano edifici di nuova costruzione, senza lavorazioni aggiuntive. Nei progetti complessi o in ristrutturazioni, la flessibilità del cappotto tradizionale può risultare più vantaggiosa.
Cappotto tradizionale o blocchi innovativi? Cosa valutare prima di scegliere
Nonostante le novità, il cappotto termico resta oggi la soluzione più utilizzata per riqualificare gli edifici esistenti. È un sistema collaudato, che si basa su materiali con prestazioni note: EPS, fibra di legno, lana minerale sono isolanti affidabili, con comportamenti prevedibili in tutti i climi. Il cappotto permette anche una grande libertà progettuale, potendo adattarsi a superfici curve, facciate irregolari o edifici con vincoli paesaggistici.
Rispetto al mattone legno-cemento, il cappotto è meno invasivo: si applica sulle pareti esistenti, senza modificare la struttura portante. È perciò perfetto in contesti urbani o in palazzi storici. Il suo limite principale è nei tempi e nei costi di posa, più alti rispetto a soluzioni integrate, ma ampiamente giustificati dalla versatilità e durabilità nel tempo.
L’Isobloc, al contrario, richiede un progetto costruito su misura, pensato sin dall’inizio con quel tipo di muratura. Per questo è ideale in contesti di nuova edilizia residenziale, in zone dove il cantiere può essere pianificato in modo efficiente e con materiali omogenei.
Non bisogna poi dimenticare che l’efficienza energetica non dipende solo dalle pareti. Anche il tetto, i pavimenti e gli infissi giocano un ruolo decisivo nell’isolamento di un’abitazione. Pensare che un solo materiale possa fare tutto da solo è una semplificazione. Ogni edificio ha la sua storia, i suoi vincoli e le sue esigenze.
Ecco perché, più che scegliere tra cappotto e blocco legno-cemento, serve una valutazione progettuale completa, che tenga conto di clima, posizione, costi, tempi e obiettivi. Solo così si può costruire — o ristrutturare — in modo davvero efficace e sostenibile.
Altro che cappotto termici: questo è il futuro del riscaldamento casalingo - spazioeco.it












